STEFANO SORRENTINO

PEZZI DI ROCK

Peter Hammill – Vision – La visione di un poeta


I have a vision of you
Locked inside my head
It creeps upon my mind
And warms me in my bed
A vision shimmering, shifting
Moving in false firelight
A vision of a vision
Protecting me from fear at night

As the seasons roll on
And my love stays strong

I don't know where you end
And where it is that I begin
I simply open my mind
And the memories flood on in
I remember waking up
With your arms around me
I remember losing myself
And finding that you'd found me

As the seasons rolled on
And my love stayed strong

Be my child, be my lover
Swallow me up in your fire-glow
Take my tongue, take my torment
Take my hand and don't let go
Let me live in your life
For you make it all seem to matter
Let me die in your arms
So the vision may never shatter

As the seasons roll on
And my love stays strong
The seasons roll on
And my love stays strong

Ho una visione di te
Chiusa nella mia testa.
Si insinua nella mia mente
E mi riscalda nel mio letto.
Una visione luccicante, cangiante
Che si muove alla falsa luce del fuoco.
Una visione di una visione
Che di notte mi protegge dalla paura.

Mentre le stagioni scorrono
E il mio amore rimane forte.

Non so dove tu finisci
E dov'è che inizio io.
Apro semplicemente la mia mente
Ed i ricordi la inondano.
Ricordo di essermi svegliato
Con le tue braccia intorno a me.
Ricordo di essermi perso
E di aver scoperto che tu mi avevi ritrovato.

Mentre le stagioni scorrevano
E il mio amore rimaneva forte.

Sii la mia bambina, sii la mia amante.
Inghiottimi nel tuo fuoco ardente.
Prendi la mia lingua, prendi il mio tormento.
Prendi la mia mano e non lasciarla andare.
Fammi vivere nella tua vita
Perché con te sembra che tutto abbia importanza.
Fammi morire fra le tue braccia
Così la visione non andrà mai in frantumi.

Mentre le stagioni scorrono
E il mio amore rimane forte.
Le stagioni scorrono
E il mio amore rimane forte.



Il titolo giusto di questo articolo poteva essere: Peter Hammill - un cantautore che ha rinunciato al ruolo di rockstar e che ha preferito perseguire l'istinto di un artista libero di consegnare al suo pubblico affezionato la sua visione di poeta.

Peter Joseph Andrew Hammill, cantautore inglese, nato nel 1948, a Ealing, nei sobborghi di Londra, da più di 50 anni porta avanti senza soste la sua produzione musicale. Il suo nome è legato indissolubilmente ai Van der Graaf Generator, di cui è stato fondatore, leader, cantante e strumentista, nonché autore di tutti i brani: i VDGG, tuttora attivi, dopo una eterna serie di rotture e riconciliazioni, sono stati uno dei gruppi più rappresentativi del cosiddetto 'progressive rock' che nei primi anni 70 ebbe il suo momento di massimo splendore, insieme ad altri gruppi, come i King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, i Jethro Tull, i Pink Floyd, i Genesis, alcuni di questi molto noti al grande pubblico.

Peter Hammill ebbe in Italia un enorme successo sia con i Van der Graaf che come solista, non ebbe grande successo in patria, ma è tuttora apprezzato da una foltissima schiera di ammiratori nostrani. L'Italia è sempre stata prodiga di dimostrazioni di stima nei suoi confronti, assegnandogli vari prestigiosi riconoscimenti come il Premio Tenco alla carriera nel 2004 e la laurea ad honorem al Conservatorio 'G.Nicolini' di Piacenza nel 2016 ed invitandolo come ospite al 'Festival Internazionale di Poesia' di Genova nel 2005.


Hammill si è sempre dimostrato estraneo alle logiche discografiche che avrebbero voluto, seguendo una solida logica commerciale, sfruttare al massimo le potenzialità remunerative dell'enorme successo del progressive rock. (Altri gruppi lo avrebbero fatto abbondantemente, come i Genesis, che man mano trasformarono il loro progressive rock in una musica da discoteca che di progressivo non aveva proprio più nulla; Peter Gabriel lo aveva capito subito prima che ciò accadesse, abbandonando i Genesis nel 1975 e dando il via alla sua superba e brillante carriera solista che dura tuttora).


A partire dal primo album pubblicato dai Van der Graaf nel 1969, 'The Aerosol Grey Machine', ebbe inizio la produzione discografica di Peter Hammill che procede ormai da più di mezzo secolo, e che, fra album solisti, album con i Van der Graaf, compilation e collaborazioni varie, includendo anche diversi bootleg, si avvicina ai 100 album: una vera sfida per i collezionisti che ambiscano ad entrare in possesso della sua discografia completa.

Dal 1973, in concomitanza con il suo secondo album solista, Peter crea un proprio studio discografico, il Sofa Sound, ed è li che inciderà la maggior parte dei suoi album, molto spesso registrando da solo tutte le parti strumentali, batteria compresa, altre volte, chiedendo la collaborazione di altri musicisti, principalmente dei suoi soci e amici dei Van der Graaf. Per rendersi indipendente dalle major discografiche, negli anni 80 fonda anche una propria etichetta, la Fie! Records, con la quale pubblicherà molti dei suoi lavori solisti, da lì in avanti.


Era il 1971 quando Peter Hammil pubblicava il suo primo album solista, 'Fool's Mate', quasi in contemporanea con l'uscita di 'Pawn Hearts', l'ultimo album, il più bello e il più maturo, della prima fase dei Van der Graaf Generator, formatisi nel 1967 e che si sarebbero sciolti poco dopo. In quel periodo, Peter intraprendeva la sua carriera solista, che negli anni si sarebbe alternata a diverse reunion con i Van der Graaf, in varie formazioni, fino ai nostri giorni.

'Fool's Mate' era un album di canzoni, piuttosto tradizionali nel loro formato. Si tratta di canzoni composte da un Hammill appena ventenne, alcune immature, alcune piccole gioielli. Ma una canzone dominava su tutte, una canzone splendida, che sarebbe rimasta nel repertorio del cantautore per molti anni a venire. E' 'Vision', la canzone più nota dell'album 'Fool's Mate' ma anche della discografia di Peter Hammill. L'avrebbe anche cantata, con una straordinaria performance per voce e pianoforte, nel 2004, a Sanremo, al Premio Tenco. Una canzone che parla dì un amore, forse finito, ma ancora vivo nel ricordo e nel tormento dell'innamorato.


'Vision' è una canzone semplice, una semplice poesia d'amore, di una straordinaria forza espressiva, basata su una progressione di accordi altrettanto semplice, e sulla bellissima voce di Hammill, accompagnata dal solo pianoforte. Un brano riflessivo che si contrappone al caos, del tutto diverso ma complementare rispetto alla complessità di altri suoi pezzi successivi, come 'In the End' o 'The Lie', o alla magnificenza di alcuni brani dei Van der Graaf, come 'Man-Erg' o 'Refugees'. O come l'intricata grandezza della suite 'A Plague of Lighthouse Keepers' che fece deflagrare, in tutta la sua potenza, il fenomeno del progressive rock, all'alba del decennio dei '70, gemellandosi per sempre, in un incomparabile e irripetibile periodo creativo, ad altre suite perfette come 'Lizard' dei King Crimson, 'Supper's Ready' dei Genesis, 'Tarkus' di Emerson, Lake & Palmer, 'Thick as a Brick' dei Jethro Tull.

Sono i due volti del Peter Hammill del 1971: da una parte le semplici e ispirate canzoni di 'Fool's Mate' (da quell'album, ricordiamo oltre a 'Vision', anche la splendida 'The Birds', che annovera l'elegante contributo di Robert Fripp alla chitarra elettrica); dall'altra parte, l'esplosione atomica di 'Pawn Hearts', uno dei più begli album del progressive rock, che stravolse il modo di fruire la musica di molti adolescenti dell'epoca (fra i quali il sottoscritto), trasformando ogni singola sessione di ascolto in una magica immersione nella sfolgorante e allucinatoria realtà parallela che quei testi e quella musica costruivano.


© 2024 Stefano Sorrentino. All rights reserved.